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Unità Minime di Valutazione (UMV) 

Il piano di ambito definisce gli obiettivi della gestione in termini generali, attraverso la disposizione che in un arco di tempo pluridecennale vengano realizzate opere sufficienti ad erogare il servizio entro determinati standard. La rinuncia a specificare gli obiettivi dal punto di vista territoriale, per ciascuna parte del territorio dell’ambito territoriale ottimale, è giustificata dal fatto che l’orizzonte di vita del piano è molto lungo: gli obiettivi della gestione dovranno così essere verificati periodicamente (ogni anno, o in sede della revisione triennale del piano) e deriveranno dal confronto fra le risorse derivanti da tariffa ed il costo delle opere che si possono realizzare per avvicinare l’offerta agli standard di piano tenendo conto della domanda del servizio esistente o prevedibile. Possiamo immaginare l’attività di pianificazione e gestione del servizio come un avvicinamento agli standard di piano, attraverso un percorso da aggiustare periodicamente perché la domanda del servizio si modifica nel tempo. Un percorso lungo, con tappe incerte. Ciò rende difficili le funzioni di valutazione di efficacia del servizio idrico integrato, sia la valutazione dell’attività di pianificazione dell’Autorità da parte dell’Assemblea dei soci e degli utenti, che quella dell’attività del gestore da parte dell’Autorità.
Eppure almeno ogni triennio (il periodo della revisione obbligatoria del piano) è possibile configurare il piano di ambito come un vero piano territoriale, cioè definire degli obiettivi misurabili per ciascuna porzione dell’ambito territoriale ottimale. Ciò può avvenire adattando il tradizionale percorso di costruzione dei piani, che prevede:
  • la misurazione dei caratteri della domanda, dell’offerta del servizio e delle qualità ambientali dell’ambito territoriale;
  • il confronto di tali caratteri con gli standard previsti dal piano;
  • il riconoscimento dei deficit del servizio e delle priorità;
  • la definizione di obiettivi per ciascuna porzione del territorio, tenuto conto delle priorità e della sostenibilità finanziaria degli interventi.
Le unità minime di valutazione costituiscono l’artefatto attorno al quale si costruisce questo percorso. Esse sono porzioni di territorio caratterizzate da specifiche problematiche della pianificazione e gestione del servizio idrico sotto il profilo della domanda e/o dell’offerta del servizio; profilo che descrive i problemi che la pianificazione e gestione del servizio dovranno risolvere per quella specifica area.
Le unità sono definite in funzione delle caratteristiche attuali e future della domanda del servizio, tengono cioè conto delle prescrizioni dei piani urbanistici: distinguono la domanda (fra civile residenziale, industriale, ecc.) in modo tale da comprendere la qualità della risorsa idrica che può essere erogata ed il tipo di sistema di depurazione che può essere realizzato. Sono definite in funzione in funzione della tipologia e delle condizioni del servizio di acquedotto e fognatura, in modo da misurare il grado di copertura del servizio, il fabbisogno di sostituzione, quello di manutenzione di reti ed impianti, e poter definire gli obiettivi specifici in materia, Infine le unità tengono conto delle qualità ambientali territoriali, in particolare dei corpi idrici superficiali e profondi, per poter qualificare gli interventi di salvaguardia della risorsa idrica. Di fatto attraverso le unità minime di valutazione l’Autorità specifica, ogni tre anni, la dimensione territoriale del piano di ambito; definisce gli obiettivi specifici della gestione. Successivamente sarà il gestore, che ne possiede le necessarie competenze, a scegliere in quale modo conseguire tali obiettivi. Ma la specificazione degli obiettivi area per area renderà misurabile la gestione del piano e faciliterà la valutazione di efficacia del servizio idrico integrato.